Quando pensiamo alla Cina, almeno per me è stato così nel 2016, la nostra mente è subito catturata da immagini di modernità sfavillante e tradizione millenaria. Shanghai e Pechino, due delle città più iconiche di questo paese, incarnano in modo straordinario questi due mondi contrastanti. Più che essere semplici destinazioni turistiche, entrambe le città sono luoghi che ti costringono a guardare dentro te stesso, a riflettere sul passato e sul futuro, sul cambiamento e la permanenza.
Un vero e proprio viaggio nel cuore di ciò che queste città hanno rappresentato per me a livello emozionale e mentale. Perché un viaggio, alla fine, è anche un percorso dentro di noi.
Un viaggio nei sensi – Pechino
Vista – Lo stupore della grandezza
La prima volta che ho visto la Muraglia Cinese all’alba, ho avvertito di trovarmi di fronte a qualcosa di immensamente grande; reale, presente eppure inafferrabile come se stesse svanendo mentre la osservo. Chilometri di pietra che si snodano tra le montagne, immersi nel silenzio del mattino. Mi sono fermata, solo per un attimo, lasciando che il sole illuminasse i mattoni logorati dal tempo. La storia sotto i miei piedi, l’infinito davanti ai miei occhi.
Dalla cima del Parco Jingshan, la Città Proibita appare come un dipinto. L’armonia dei tetti rossi e dorati, le geometrie studiate per impressionare. Ho riflettuto su quanti imperatori abbiano osservato la loro capitale da qui, sentendosi padroni del mondo. Eppure, in quel momento, la città sembrava appartenere a me.
Udito – Le voci della città
Nel Tempio dei Lama, il suono dei monaci in preghiera ha un effetto ipnotico. Chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere da quei canti profondi, sentendomi piccola ma in pace.
Al tramonto, mi siedo lungo il Lago Houhai. Le risate dei giovani nei bar si mescolano alla musica dal vivo che proviene da qualche locale. Un vecchio suona l’erhu sul marciapiede, una melodia malinconica che sembra raccontare storie di una Pechino ormai perduta.
Gusto – Tra curiosità e nostalgia
Mangiare l’anatra alla pechinese è quasi un rito: la pelle croccante, la carne succosa, il contrasto con la dolcezza della salsa di fagioli. Ogni morso è un equilibrio perfetto, come se i sapori danzassero insieme.
Nel caos di un mercato notturno, assaggio uno jiaozi ripieno di carne e coriandolo, e per un attimo il sapore mi riporta a casa, ai ravioli della nonna, anche se così diversi. Mi rendo conto che il cibo è un linguaggio universale: parla di ricordi, emozioni, legami invisibili.
Olfatto – Profumi che restano nella memoria
Il profumo dell’incenso nel Tempio dei Lama mi avvolge per ore. È denso, avvolgente, quasi mistico. Mi fa riflettere su come certi odori possano trasportarci in un altro luogo in un attimo.
Nel mercato delle spezie di Niujie, gli aromi sono un vero e proprio assalto ai sensi: cumino, pepe di Sichuan, chiodi di garofano. Chiudo gli occhi e respiro profondamente, cercando di trattenere quel momento per sempre.
Scrivere con l’acqua nel Parco del Tempio del Cielo è un’esperienza quasi meditativa. Il pennello scivola sulla pietra liscia, e le parole svaniscono in pochi secondi. È un promemoria che tutto è temporaneo, che ogni attimo va vissuto prima di svanire.
E poi c’è la sensazione del vento sul viso mentre attraversiamo un hutong in risciò, tra vicoli stretti dove il tempo sembra essersi fermato. Il passato e il presente si intrecciano, e io mi sento parte della loro storia.
Un viaggio nei sensi – Shanghai
Vista – Il fascino del contrasto
Shanghai è una città di contrasti, e il Bund di notte ne è la prova. Da un lato, i palazzi coloniali raccontano storie di commercianti europei e dell’antica Shanghai cosmopolita. Dall’altro, i grattacieli di Pudong, un’esplosione di luci e forme futuristiche che sembrano uscite da un film di fantascienza. Guardando questo panorama, mi chiedo: fino a che punto una città può cambiare senza perdere la sua anima?
Nel quartiere di Tianzifang, invece, la bellezza si trova nei dettagli: lanterne rosse appese tra i vicoli, graffiti su vecchie mura di mattoni, cortili nascosti dove il tempo sembra rallentare. Qui, mi sento come un esploratrice, scoprendo angoli di Shanghai che raccontano storie diverse a ogni svolta.
Udito – I suoni di una città che non dorme mai
Shanghai è frenesia, ma sa anche essere musica. Una sera entro allo Shanghai Jazz Club, e mi sembra di viaggiare nel tempo. Le note calde del sassofono riempiono la sala, e per un attimo immagino la Shanghai degli anni ‘30, quando era conosciuta come la Parigi d’Oriente, con le sue feste sfrenate e il suo lusso decadente.
Poi c’è la città vecchia, dove il suono delle tessere di mahjong che si mescolano e le risate dei giocatori creano una melodia tutta loro. È un suono che trasmette vita quotidiana, radici profonde, una Shanghai che esiste da secoli e che non si lascia travolgere dalla modernità.
Gusto – Il viaggio attraverso i sapori
Shanghai sa sorprendere il palato, in particolare con i xiaolongbao. Prendere un raviolo al vapore, morderlo con cautela per non scottarsi con il brodo caldo all’interno, gustare la combinazione perfetta di carne e spezie: è un’esperienza che va oltre il semplice atto di mangiare.
Poi decido di mettermi alla prova e assaggio il tofu in un mercato di street food. L’odore è un muro che mi colpisce immediatamente, forte e quasi respingente. Ma al primo morso, il sapore è sorprendentemente complesso: croccante all’esterno, morbido all’interno, con un mix di umami e fermentazione che non avevo mai provato prima.
Olfatto – Profumi che raccontano storie
Passeggiando nel Giardino Yu in primavera, l’aria è pervasa da fiori di loto e legno antico, un profumo che evoca poesia e tempi passati. È facile immaginare poeti e studiosi che camminano qui secoli fa, cercando ispirazione tra i padiglioni e i ponti sinuosi.
A Tianshan Tea City, invece, respiro l’aroma delle foglie di tè fresche. Ogni varietà ha un carattere unico: il tè verde è erbaceo e leggero, l’oolong ha note più tostate, mentre il pu-erh emana il profumo della terra dopo la pioggia. È incredibile come un semplice infuso possa racchiudere così tanti mondi.
Tatto – Le sensazioni sotto la pelle
Dopo una giornata di camminate, mi concedo un massaggio tradizionale ai piedi. La pressione è intensa, a volte quasi dolorosa, ma quando finisce mi sento rinata. È come se avessi liberato tutta la stanchezza, un vero e proprio reset per corpo e mente
In un laboratorio di calligrafia cinese, sento il pennello scorrere sulla carta di riso. La leggerezza del tratto e la precisione necessaria per ogni carattere: è un’arte cherichiede pazienza e controllo, e mi insegna a concentrarmi solo sul momento presente
Infine, una crociera sul fiume Huangpu. Il vento accarezza il mio viso mentre ammiro lo skyline che si trasforma ad ogni curva. Sento Shanghai sulla pelle, un connubio di storia e futuro, di caos e armonia, di Oriente e Occidente. E realizzo che questa città è un viaggio senza fine.
Ricordi di viaggio (will be link to the following page)
6 marzo 2025