Il Giappone è un paese di contrasti, per me è stato un viaggio tra calma e velocità.
Da un lato, c’è la frenesia di Tokyo, dove tutto si muove a un ritmo che sembra impossibile da seguire; dall’altro, la calma di Kyoto, dove ogni cosa è pensata per durare nei secoli. Ci sono le luci al neon di Osaka che sprigionano energia e i sentieri silenziosi di Nara, dove il tempo sembra essersi fermato. In questo viaggio, ho avuto l’opportunità di esplorare entrambi i mondi, scoprendo che il Giappone non è solo la terra della tecnologia e delle tradizioni, ma rappresenta un perfetto equilibrio tra corsa e contemplazione.
Tokyo – Il battito accelerato del Giappone
Velocità: Shibuya e Akihabara, il futuro che non aspetta Tokyo ti avvolge in un abbraccio frenetico. Arrivando a Shibuya, mi ritrovo immersa in una folla che si muove con una sincronia sorprendente. È un caos ordinato, un flusso umano che segue un ritmo invisibile. Poi salgo al Shibuya Sky e, da lassù, vedo la città come un’enorme ragnatela di luci che non si ferma mai. Ad Akihabara, la velocità cambia: qui siamo nel regno degli schermi enormi, dei manga e delle sale giochi, dove il tempo svanisce tra suoni elettronici e battaglie virtuali. Qui, la cultura pop giapponese si manifesta nel suo aspetto più frenetico.

Calma: Nel Giardino di Rikugien e nel Santuario Meiji Jingu Ma Tokyo sa anche rallentare. Camminando, all’improvviso, tutto diventa silenzio. Percepisco il suono dell’acqua che scorre tra le pietre, il fruscio degli alberi secolari e i passi lenti di pochi visitatori. Nel Santuario Meiji Jingu, la città sembra lontana anni luce. Scrivo un desiderio su un ema di legno e lo appendo accanto a centinaia di altri. Tra i torii di legno antico, realizzo che Tokyo non è solo velocità, ma anche memoria.


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Kanazawa – L’eleganza del tempo che scorre piano
Calma: Kanazawa rappresenta il Giappone dell’armonia. Nel Kenroku-en, uno dei giardini più affascinanti del paese, mi perdo tra ponticelli di pietra, lanterne coperte di muschio e alberi potati con una cura quasi maniacale. Il paesaggio si trasforma con le stagioni: in autunno esplode in tonalità di rosso, mentre in inverno la neve avvolge i rami, creando un quadro incantevole. Nel quartiere dei samurai di Nagamachi, passeggio tra mura di terra battuta e antiche residenze. Qui, il tempo non scorre in linea retta, ma si avvolge in una spirale che mi riporta indietro nei secoli, quando la vita seguiva un ritmo più lento e ogni gesto aveva un significato profondo.

Velocità: La tranquillità di Kanazawa viene interrotta nel mercato di Omicho. Qui, il Giappone si rivela nella sua forma più vivace: venditori che chiamano, pesce freschissimo, ciotole di riso piene di sashimi servite in un attimo. Il sushi al banco è un’esperienza imperdibile: il pesce si scioglie in bocca, e la preparazione è un’arte eseguita con rapidità e precisione.


Kyoto – La città che insegna a rallentare
Calma: Kyoto è una meditazione sottoforma di città. Nel Tempio Ryoanji, il giardino zen si presenta come una distesa di sassi disposti in un equilibrio che sfida la logica. Mi siedo e osservo, cercando di cogliere il significato nascosto dietro la disposizione delle pietre. Nel Santuario di Kinkaku-ji, il Padiglione d’Oro riflette la luce del sole sullo stagno. È così perfetto da sembrare irreale, come un dipinto che prende vita.

Velocità: Kyoto sa anche essere dinamica. Al Fushimi Inari, i torii rossi si susseguono senza sosta lungo il sentiero in salita. Ogni passo è un invito a proseguire, a non fermarsi. Salgo finché le gambe bruciano, finché la città scompare dietro di me. Qui il viaggio non è solo fisico, ma anche interiore.


Nara – Il Giappone selvaggio e spirituale
Calma: A Nara, il Todai-ji ospita una delle statue di Buddha più imponenti del mondo. Avvicinandomi, percepisco la sua presenza che pesa nell’aria, un’energia serena ma intensa.

Velocità: Fuori dal tempio, la tranquillità è interrotta dai cervi di Nara. Corrono, si avvicinano e rubano biscotti ai turisti. Sono sacri, ma anche audaci. Un promemoria che la natura, anche nel paese più ordinato del mondo, non segue regole.


Osaka – L’energia pura del Kansai
Velocità: Osaka è un tripudio di neon, suoni e profumi. A Dotonbori, assaggio i takoyaki più caldi che abbia mai provato, con il cuore di polpo che esplode di sapore. Qui tutto è amplificato: le porzioni di cibo, le insegne luminose, l’energia contagiosa delle persone

Calma: Nel parco del Castello di Osaka, i ciliegi fioriscono in primavera, e la città sembra fermarsi per un momento. Mi siedo su una panchina e osservo: anche in questa metropoli vibrante del Kansai, c’è spazio per la tranquillità.


Hakone e il Monte Fuji – Il confine tra due mondi
Calma: A Hakone, sperimento la vera lentezza: un onsen all’aperto, l’acqua calda che dissolve ogni tensione. Il corpo si rilassa, la mente si libera.

Velocità: Poi, è tempo di riprendere il movimento. Il treno proiettile corre veloce e, per un attimo, scorgo il Monte Fuji. Immobile, perfetto. Un ultimo equilibrio tra velocità e tranquillità, il simbolo stesso del Giappone.


Il Giappone è una danza tra due mondi. Mi ha insegnato che la bellezza risiede non solo nel movimento o nella quiete, ma nella loro alternanza. È nella capacità di correre quando necessario, ma anche di fermarsi per ammirare.
E forse, questo è il vero significato del viaggio.
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04/03/2025